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Sistemi di accumulo ed energie rinnovabili, facciamo il punto della situazione con l’architetto Daniele Conticchio
Tra i detrattori delle energie rinnovabili c’è chi sostiene che l’energia prodotta dalle FER non possa essere stoccata e che quindi non siano la soluzione idonea per raggiungere l’indipendenza energetica.
A questo proposito abbiamo chiesto all’architetto Daniele Conticchio, esperto di sostenibilità, CEO di Nou Group e Associato GIS, se pensa che siamo vicini a una soluzione in tal senso o se i sistemi di accumulo rappresentino ancora un limite per le FER.
Questa la sua risposta.
“Negli ultimi anni il crescente interesse verso le energie rinnovabili e il fotovoltaico sta portando con sé grandi investimenti nelle tecnologie per l’energy storage, in grado di supportarne adeguatamente la crescita e offrire grandi vantaggi nell’adottare questa fonte energetica.
Si stima che gli investimenti nei sistemi di accumulo fotovoltaico da qui al 2040 raggiungeranno quota 1200 miliardi di dollari, a fronte di una previsione di grande crescita degli impianti di energy storage nei prossimi 22 anni, che raggiungeranno i 942 GW e il 7% della potenza globale installata.
Un fattore chiave che faciliterà l’espansione dell’accumulo energetico sarà anche la drastica riduzione dei prezzi delle batterie agli ioni di litio (Li-ion) decisamente più performanti rispetto a quelle al piombo che andranno in disuso.
Secondo Guidehouse Insights, una delle principali società di consulenza e intelligence di mercato che si occupa della trasformazione energetica globale, ci saranno continui miglioramenti nell’efficienza della produzione delle batterie insieme a miglioramenti incrementali della loro densità energetica, il che determinerà un’ulteriore riduzione del 41% dei prezzi medi delle celle agli ioni di litio fino al termine dell’attuale decennio.
Inoltre, a partire dal 2021, sono stati realizzati piani per costruire quasi 200 Giga factory in tutto il mondo entro il 2030. In termini di capacità delle batterie, questi piani equivalgono ad una capacità aggiuntiva di oltre 3 TWh.
Concludendo, ritengo che la prospettiva del mercato è di offrire, nel vicino futuro, soluzioni di accumulo innovative in grado di stoccare l’energia, non solo per impianti domestici, ma anche per i grandi impianti fotovoltaici a terra risolvendo così uno dei problemi fondamentali delle FER: la discontinuità nella produzione di energia.”
Il fotovoltaico e le rinnovabili vanno supportate, ma la politica arranca
Raffaello Giacchetti – Presidente GIS
Per Agenda Digitale
L’evoluzione del fotovoltaico come tecnologia ad alta efficienza è esemplificativa di come il settore energia si sviluppi velocemente seguendo le esigenze che il mercato e l’emergenza ambientale pongono. La politica, però, continua ad arrancare, nonostante i recenti tentativi di sburocratizzare.
Oggi, nell’epoca della crisi energivora, parlare di come produrre energia pulita senza generare emissioni e senza sfruttare risorse sull’orlo dell’esaurimento continua a essere importante.
In questo contesto le rinnovabili giocano un ruolo fondamentale non solo perché rappresentano una soluzione al problema, anche perché si tratta di tecnologie in evoluzione, capaci di adattarsi alle nuove esigenze del mercato offrendo metodi sempre più avanzati per produrre e stoccare l’energia.
Fotovoltaico, l’evoluzione della tecnologia
Nel settore fotovoltaico, ad esempio, la tecnologia si è evoluta enormemente, tanto che negli ultimi dieci anni l’efficienza dei pannelli è raddoppiata.
Dieci anni fa per costruire un impianto dalla potenza di 1MW era necessario utilizzare una superficie di 2,2 ettari; oggi la stessa potenza si ottiene con un parco fotovoltaico di 1,2 ettari. Il vantaggio di una minore occupazione del suolo si traduce in una maggiore disponibilità di superficie da destinare agli impianti, oppure – a seconda dei punti di vista – in una minore necessità di utilizzare ampia estensione di terreni. Per raggiungere l’obiettivo dei 70 GW di rinnovabili in Italia basterebbe impiegare lo 0,06% della superficie agricola totale (circa 16,5 milioni di ettari), ovvero terreni agricoli non utilizzati a fini produttivi perché abbandonati o poveri a livello agronomico.
Ridurre la superficie degli impianti a parità di potenza generata è stato possibile perché se dieci anni fa un pannello fotovoltaico da 2×1 metri arrivava a una potenza di picco di 300 watt, oggi esistono pannelli ad alta efficienza in grado di produrre più del doppio: circa 630 watt. Ecco i principali avanzamenti tecnologici che hanno permesso questo miglioramento.
I costi scendono
Anche sul fronte dei costi il fotovoltaico è diventato molto più sostenibile rispetto a dieci anni fa, quando il costo di un pannello era di circa 3 euro a watt, mentre oggi si attesta sui 0,20 – 0,30 euro a watt. Questo significativo abbassamento dei costi ha fatto sì che il settore non abbia più bisogno di incentivi, a differenza di quando le imprese avevano bisogno di appoggiarsi al Conto Energia per sostenere le spese di costruzione. Si tratta di un cambiamento che ha permesso al settore fotovoltaico di svilupparsi largamente anche sul mercato italiano.
Il necessario sostegno per la crescita del fotovoltaico
L’evoluzione del fotovoltaico come tecnologia ad alta efficienza è esemplificativa di come il settore energia si sviluppi velocemente seguendo le esigenze che il mercato e l’emergenza ambientale pongono. Fino a quindici anni fa la prospettiva di un Paese alimentato totalmente con energia da fonte rinnovabile era difficile da pensare, mentre oggi la decarbonizzazione basata sulle rinnovabili è una priorità delle agende di tutti i governi occidentali. Ed è verosimile che tra altri quindici o vent’anni esisteranno tecnologie ancora più innovative ed efficienti.
Questo contesto suggerisce che anche la politica deve riuscire a essere più flessibile: conoscere le direzioni verso cui la scienza dell’energia si muove, gli sviluppi tecnologici e gli avanzamenti tecnici è fondamentale affinché governi e amministrazioni locali siano capaci di supportare positivamente il mercato e le imprese, a beneficio dell’ambiente, dell’economia nazionale, dell’indotto locale e dei cittadini stessi.
Occupazione ed energie rinnovabili: oltre 150.000 nuovi posti di lavoro ma mancano professionisti qualificati.
Il settore delle energie rinnovabili, partendo in primis dal fotovoltaico, rappresenta un’ottima opportunità non solo per contribuire all’indipendenza energetica del nostro Paese ma anche per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Le prospettive di crescita del settore sono infatti fra le migliori in assoluto ma spesso mancano figure professionali qualificate, a partire dagli installatori.
Secondo un recente studio di Censis e Assosomm, Associazione italiana delle Agenzie per il lavoro, si prevede che nei prossimi 3/4 anni il mercato del fotovoltaico unito a quello dell’eolico potrebbe arrivare ad offrire oltre 150.000 nuovi posti di lavoro ma serve formare con urgenza nuovi professionisti a partire proprio dagli installatori. Si tratta di figure professionali assolutamente indispensabili, con competenze applicabili a tutto il comparto rinnovabile.
Altre figure altrettanto ambite sono quelle dei progettisti: ingegneri, periti elettronici e progettisti fotovoltaici.
Vediamo insieme i principali profili ricercati nel campo delle energie rinnovabili:
Progettista di impianti fotovoltaici – Configura soluzioni tecniche di impianto più adatte in base alla superficie disponibile (dimensione, ombreggiamenti, inclinazione), ai consumi energetici del cliente e delle sue esigenze specifiche.
Installatore di impianti fotovoltaici – È specializzato nell’installazione e nel collaudo degli impianti, nella connessione alla rete elettrica e nell’eventuale manutenzione.
Consulente alla vendita di impianti fotovoltaici – È un professionista che non si limita alla vendita degli impianti, ma si configura come un vero e proprio consulente in grado di guidare il cliente verso la migliore scelta d’acquisto in base alle proprie esigenze.
Energy Manager – Gestisce tutto ciò che riguarda l’energia all’interno di un’azienda, un ente pubblico o più in generale una struttura, verificando i consumi, ottimizzandoli e promuovendo interventi mirati all’efficienza energetica, al risparmio economico e all’uso di fonti rinnovabili.
Sustainability Manager – Migliora comportamenti e processi aziendali per garantire una maggiore sostenibilità del suo operato; intervenendo sulle decisioni strategiche. Il suo compito è quello di assicurare all’azienda che ogni suo progetto risulti il più sostenibile possibile dal punto di vista ambientale e sociale.
Nonostante le ottime prospettive occupazionali il problema che riscontrano in questo momento le aziende operanti nel settore delle energie rinnovabili è la mancanza di una forza lavoro adeguata a causa della scarsità di professionisti qualificati e personale specializzato. Un problema che è apparso chiaro fin dallo scorso anno nonostante il comparto si confermi in costante crescita.
Per consentire al mercato di poter attingere a queste nuove figure professionali un ruolo fondamentale lo giocherà quindi la formazione. Sarà infatti necessario attivare al più presto percorsi di studi specifici a partire dagli istituti professionali o corsi di specializzazione post diploma.
Il rischio è quello di perdere una grande occasione, sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello occupazionale.
Qual è il bilancio del 2022 per GIS e com’è iniziato questo 2023?
Abbiamo chiesto a Giovanni Sicari, avvocato e portavoce di GIS, di fare un bilancio del 2022 e questo inizio di 2023.
Di seguito quello che ci ha raccontato.
Complessivamente il 2022 è stato un anno mediamente buono, segnato da alti e bassi (bassi non per causa nostra ma per colpa dell’ostruzionismo delle istituzioni). Partiamo dai momenti positivi: a marzo 2022, dopo 3 anni di battaglie legali, il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla realizzazione di due nostri impianti nel viterbese da 235 MW in totale, bloccati dal 2019 a causa dell’opposizione della Soprintendenza. La sentenza del Consiglio di Stato per noi ha significato una svolta positiva perché ci ha dato definitivamente ragione, e abbiamo sperato che potesse indicare un vero cambio di rotta nell’approccio del Paese alle FER. In effetti il Consiglio dei Ministri del governo Draghi ha poi approvato un decreto-legge (D.L. n.34/2022) che introduceva nuove misure urgenti con l’obiettivo di semplificare ulteriormente i procedimenti autorizzativi per la realizzazione di nuovi impianti e potenziare così la produzione energetica nazionale.
Eppure questi interventi non sono bastati. E qui veniamo agli aspetti critici: in molte regioni le istituzioni e Soprintendenze locali hanno continuato a proporre nuovi vincoli. Non solo: a luglio è stata introdotta la Verifica Preventiva di Interesse Archeologico (VPIA) tra i passaggi preliminari alla VIA, aggiungendo così un nuovo e pesante tassello all’iter autorizzativo e rimettendo il potere nelle mani del Ministero della Cultura.
Il 2023 è iniziato nel segno di questo nuovo grande ostacolo della VPIA, con l’intero settore che si è movimentato per spiegare al governo la serietà della situazione. GIS si è esposta direttamente col Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica che – io, il portavoce e avvocato di GIS, Giovanni Sicari e un nostro preparatissimo ingegnere ambientale, Marco Grande – abbiamo incontrato a metà febbraio. Ebbene, pochi giorni dopo, il decreto di cui circolava una bozza è stato approvato e contiene concrete semplificazioni per i nuovi impianti di rinnovabili. E, soprattutto, pone rimedio al grosso problema della VPIA. Perciò, nonostante l’inizio di anno molto incerto per noi, ora vediamo una strada in discesa.