Blackout in Spagna, improbabile che l’interruzione di due impianti possa mettere in crisi il sistema elettrico, in Italia non sarebbe possibile

Mentre ancora si cerca di fare chiarezza sulle cause del blackout di lunedì in Spagna, in Portogallo e in parte della Francia, più di qualcuno ha puntato il dito contro le rinnovabili per il fatto che due impianti si sono staccati dalla rete a distanza di cinque secondi poco prima dell’evento.

A parte l’impossibilità tecnica di mandare in default il sistema elettrico di una nazione semplicemente “spegnendo” due impianti, come associazione del settore ci teniamo a puntualizzare che tutte le reti sono dotate di “sistemi di difesa” che intervengono in casi simili senza creare disagi se non alla rete locale e per un tempo limitato. 

In Italia una situazione del genere non sarebbe possibile poiché gli impianti da fonte rinnovabile sono connessi alla rete secondo regole e criteri ben precisi che impediscono criticità in caso di guasto. La Spagna ha un parco rinnovabili molto più datato di quello italiano e con regole di connessione che all’inizio non erano così restrittive come lo sono oggi. Terna ha più volte aggiornato il codice di rete implementandolo con l’obbligo di funzioni e dispositivi di controllo a carico del produttore, che sono stati pensati proprio per evitare situazioni potenzialmente critiche ed impatti sulla stabilità della rete elettrica nazionale.

È possibile per il caso spagnolo che una serie di sistemi di sicurezza che sì sarebbero dovuti attivare non abbiano funzionato correttamente. Certamente, è improbabile che l’interruzione di due impianti di produzione da fonte rinnovabile possa mettere in crisi l’intero sistema elettrico spagnolo. Inoltre la messa in sicurezza delle centrali nucleari ha fatto sì che molta energia sia servita a questo scopo, ritardando il ripristino della rete.